Negli anni Novanta, il film di fantascienza
Waterworld ci mostrava un mondo sommerso post-apocalittico. Nel 2024, il
Floating Glass Museum ideato dallo studio italiano
Luca Curci Architects ci ricorda che le conseguenze del cambiamento climatico sono assai più attuali rispetto al futuro immaginato dal regista Kevin Reynolds.
L’architetto e designer
Luca Curci, fautore della proposta museale insieme a
Giulia Tassi Design e un team internazionale di talenti supportato dall’intelligenza artificiale, descrive il Floating Glass Museum come “un progetto innovativo in cui i confini tra arte e natura si fondono e l’acqua diventa una tela per l’espressione contemporanea”.
Il museo, in fase di realizzazione, avrà una superficie di 3.800 mq e un suggestivo design all’avanguardia che prenderà ispirazione dai movimenti sinuosi delle maree; le calde cromie pastello degli interni saranno invece un omaggio alla tradizione veneziana della lavorazione del vetro.
Attraverso mostre, installazioni e sculture sospese, il Floating Glass Museum porterà l’arte artigiana lagunare in giro per il mondo, attraccando nelle città maggiormente colpite da fluttuazioni estreme del livello del mare (Dubai, New York, Hong Kong, Singapore, Busan e altre).
L’obiettivo? Diffondere un chiaro e urgente messaggio di sensibilizzazione sui processi di adattamento innescati dalla crisi climatica, invitando i visitatori a riflettere sul futuro che ci aspetta e a contemplare il delicato equilibrio dell’esistenza.
Non un semplice luogo espositivo, quindi, ma un simbolo globale di consapevolezza ambientale. Il cambiamento climatico sta accadendo adesso, con conseguenze devastanti sulle economie e le comunità della Terra. Iniziative come il Floating Glass Museum possono contribuire ad ispirare all’azione e a creare un futuro sostenibile per le generazioni a venire.
Image courtesy of Luca Curci Architects.