Gli spazi museali cavalcano l’onda del coinvolgimento del pubblico attraverso mostre immersive, realtà aumentata e virtuale. Se, invece, il modo più efficace per favorire l’audience engagement fosse la co-autorialità?
E’ la sfida lanciata dall’artista pisano Andrea Bonaceto nel cuore di Londra, a Oxford Street. La sua installazione AB Infinite 1 ha avvolto, nel maggio scorso, tutte le facciate esterne del magazzino Flannels. Un’opera colossale, lunga 63 metri e alta 3, che associa forme astratte a ritratti di personaggi celebri.
La vera innovazione non risiede nell’uso dell’arte NFT programmabile, ma nell’interazione con il pubblico attraverso i social network. Un software basato sull’Intelligenza Artificiale, infatti, ha assorbito ed incorporato nell’opera le impressioni e le reazioni delle oltre 50.000 persone che, quotidianamente, si sono interfacciate con l’installazione.
AB Infinite 1 è un continuo work in progress, “è un lavoro permanentemente incompleto”, come lo definisce lo stesso Bonaceto: l’Intelligenza Artificiale raccoglie senza sosta le informazioni ricevute, rielaborandole in chiave astratta e cromaticamente coerente, rendendo il pezzo “prodotto delle sue esperienze”.
Questa modalità lascia aperte molte riflessioni, a partire dalla sfida al concetto di autorialità in campo artistico, quasi ispirandosi agli esperimenti degli anni Sessanta, con il pubblico chiamato a partecipare a opere collettive.
Il viaggio che parte dall’infinito e ritorna all’origine – il messaggio dietro il nome AB Infinite 1 – non si è concluso con l’exploit londinese: l’installazione è stata presentata contemporaneamente anche in Italia, in esclusiva presso il Museo della Permanente di Milano e approderà alla Biennale di Venezia, per poi essere messa in vendita da un’importante casa d’aste di cui al momento non si conosce il nome.
Proprio in Italia, al MAXXI di Roma, “What a Wonderful World” si basa su questo nuovo approccio, usando il prototipo ad alta tecnologia dell’ Ecosistema Relazionane Digitale per mappare, visualizzare e condividere le emozioni che la visione di un’opera d’arte suscita. L’Intelligenza Artificiale entra nuovamente in gioco perché, a partire dalle interazioni dei visitatori, crea ex novo un’opera letteralmente “vivente”, in continua evoluzione. Il pubblico ha anche la possibilità di osservare l’evoluzione dell’Ecosistema e di esplorarne le espressioni.
Nella riflessione contemporanea il pubblico è parte integrante del processo creativo, non è più solo spettatore e, come lo “spett-attore” nel teatro di Roger Bernat, diventa co-autore, coinvolto dal medium della tecnologia.