Si avvicina il momento della riapertura del Musée d’Elysée nella nuova realtà di Plateforme 10 a Losanna. Quali progetti avete in serbo e quale ruolo specifico avrà il LabElysée per il museo?
Attualmente stiamo lavorando ai primi progetti del LabElysée per il Plateforme 10. All’apertura, nel giugno 2022, presenteremo i risultati di un progetto di ricerca condotto dal Musée de l’Elysée insieme alla Scuola Politecnica Federale di Losanna sulla fotografia interferenziale. Inventato da Gabriel Lippmann alla fine dell’Ottocento, il metodo interferenziale per la fotografia a colori si basa, anziché sulla tricromia, sulle interferenze create dalle onde luminose secondarie e riflesse. Il Musée de l’Elysée possiede uno dei fondi delle lastre Lippmann tra i più significativo a livello mondiale. La mostra sarà l’occasione per presentare in modo innovativo lo stato della ricerca con contributi scientifici con orizzonti vari, dalla storia dell’arte alla fisica.
Il secondo progetto a cui stiamo lavorando riguarda il libro digitale. Sono anni che il Musée de l’Elysée digitalizza la sua biblioteca. E ora abbiamo materiale a sufficienza per iniziare un progetto di presentazione di questo archivio digitale per sviluppare nuove interfacce di ricerca e di presentazione. È un progetto ambizioso che associa innovazione e design al servizio della storia della fotografia.
Stiamo inoltre lanciando diversi progetti di creazione artistica, di cui uno verrà articolato intorno alle tecnologie della diagnostica per immagine. Molti fotografi si sono interessati alle scansioni 3D. La medicina legale utilizza esattamente le stesse tecnologie per le perizie forensi. Proporremo quindi ad alcuni artisti di lavorare in collaborazione con specialisti della diagnostica forense e così seguire il processo creativo.
Il LabElysée beneficerà di superfici ben più ampie nella sede di Plateforme 10, tra cui uno spazio permanente nell’area espositiva del museo. La mission del LabElysée evolverà ma proseguirà concentrandosi su tre assi.
Il LabElysée intraprende e porta a termine progetti di ricerca e di sviluppo. Si tratta quindi di lavorare su dispositivi digitali per il museo; ne è un esempio significativo il progetto di digitalizzazione dei libri. Attorno alle collezioni digitali c’è una grande sfida , soprattutto sul come rendere accessibile il patrimonio digitalizzato. Siamo convinti che sia necessario sviluppare interfacce molto più articolate e importanti che inseriscano le opere in un contesto e suscitino la curiosità. Intendiamo quindi sviluppare il museo smaterializzato, lavorando sui nuovi formati virtuali.
Il secondo asse di lavoro si articola sulla comprensione delle tecnologie digitali con i loro relativi funzionamenti, potenzialità e limiti. In tal senso, il percorso ideale è proprio sperimentare noi stessi, in dialogo con gli artisti che condividono questa curiosità. Vogliamo quindi dedicare uno spazio alla “creazione”. Seguendo gli artisti che interrogano queste tecnologie, incoraggiando dibattiti e scambi, il museo potrà imparare e posizionarsi di conseguenza.
L’ultimo asse riguarda i nuovi formati di presentazione della fotografia, e dovrebbe svilupparsi inversamente ai primi due. Si tratta di dare spazio ai formati che ancora non conosciamo, di riflettere sulla fluidità della cultura visiva indotta dalle pratiche di digitalizzazione.
Il LabElysée in questo senso svolge un ruolo di acceleratore, è il laboratorio dove il museo sperimenta, impara e prende posizione. Il LabElysée ha una dimensione partecipativa. Infatti è fisicamente situato nello spazio espositivo per consentire al pubblico di partecipare attivamente ai nostri progetti.
In un mondo dove crescono progressivamente i dipartimenti museali di fotografia e i musei, come il vostro, dedicati per statuto alla fotografia, si rendono capaci di fronteggiare tutte le problematiche specifiche di tipo gestionale, conservativo e di archiviazione, quali sono invece le strategie di comunicazione e i programmi divulgativi da sviluppare sul tema della fotografia, appannaggio di un network distinto da quello dell’Arte?
Il Musée d’Elysée vuole rendere accessibile la propria collezione, esponendola nella nuova realtà della Plateforme 10. Ma come può il pubblico immergersi in una collezione che conta quasi 1 milione di pezzi? Questa è la domanda che assilla tutti i musei che hanno digitalizzato le proprie collezioni. Oggi dobbiamo imparare a restituire le opere al contesto al quale appartengono. I musei devono imperativamente sviluppare connessioni che superino la ricerca tradizionale fatta di parole chiave, date, autori. Nella ricerca on line, nel museo, o in entrambi casi, dobbiamo imparare a rendere tangibili gli insiemi di dati (le collezioni). Ma le opere sono importanti quanto i legami fra le stesse e il contesto. È quello che taluni hanno chiamato Generous Interfaces for Digital Cultural Collections. Con il LabElysée abbiamo lavorato su diverse proposte. L’istallazione _Field propone di viaggiare nella collezione del museo in dinamica. Abbiamo sostituito l’interfaccia di ricerca con un’altalena e, dondolandosi, il visitatore scopre le opere proiettate davanti a lui; il moto e la velocità definiscono la sequenza delle immagini.
Con Lumina Chromo Data abbiamo invece creato una istallazione immersiva e cinetica che permette al visitatore di esplorare una collezione di fotografia e una collezione di design tramite il colore. La strategia è quindi di imparare a creare connessioni che vanno oltre lo schermo, la tastiera e il mouse, implicando più sensi.
In termini di didattica e di fruizione quale è il ruolo effettivo che può svolgere la tecnologia? Cosa rappresenterà per il Musée d’Elysée?
La tecnologia consente di creare nuovi dispositivi narrativi. I ricercatori la utilizzano già per i loro studi. Prendiamo ad esempio l’analisi di immagini applicata ai libri di fotografie. Oggi si potrebbe utilizzare questa tecnica per individuare tutti i casi in cui una fotografia ricorre in un insieme di libri. Dal punto di vista della storia della fotografia, questa modalità implica nuovi sviluppi. Perché non condividere questo strumento con il pubblico qualora si desideri presentare il percorso di una immagine, per esempio nel caso di una mostra sulla collezione del museo? Oggi sia gli hardware che i software si sono democratizzati. È diventato abbastanza semplice creare dispositivi di qualità. Ma la tecnologia non è assolutamente indispensabile in un museo. per questo non abbiamo tecnologie preferite nel Musée de l’Elysée. Una tecnologia è ben integrata quando consente di avvicinare visitatore e contenuti favorendone, con discrezione, l’appropriazione.
Manuel Sigrist – Head of Web and Digital Affairs, Musée de l’Elysée, Losanna