Rappresentano il fenomeno più seguito del momento. Se ne parla come della nuova frontiera dell’arte.
Sono le Non Fungible Token (NFT), copie uniche di opere digitali, beni assolutamente virtuali, accompagnati da un certificato di proprietà e autenticità non replicabile.
Dopo gli Hackatao, due artisti pionieri della criptoarte attivi dal lontano 2007 e oggi in auge sul digital art market SuperRare, è stato l’artista Mike Winkelmann, in arte Beeple, a sdoganare al grande pubblico l’arte NFT con la vendita record della sua prima opera non tangibile, Everydays: the First 5000 Days, da cui ha ricavato 69 milioni di dollari, tutti assolutamente reali!
Negli ultimi mesi sono nati anche i primi musei dedicati a questo “genere” di arte. L’NFT Museum di Seattle è stato il primo a immaginare uno spazio fisico dove ammirare opere digitali nel modo più immersivo possibile, su display ad altissima risoluzione. GO! “The world’s first urban NFT Museum” a Berlino ha connesso l’arte basata su blockchain al mondo della street art. Il nuovo museo della guerra con opere digitali dell’Ucraina, gestito direttamente dal Ministero della Trasformazione Digitale del paese, si è dato perfino un obiettivo socio-umanitario, andando a sovvenzionare la resistenza al conflitto russo con donazioni in criptovaluta.
Non potevano poi mancare le prime esposizioni dedicate al metaverso e all’arte digitale, come DART 2121, la mostra che il Museo della Permanente di Milano ha inaugurato solo pochissimi giorni fa.
Se questo è quanto esce dal perimetro del web, è proprio online che il mondo NFT sta generando un mercato in crescita esponenziale, attraverso vere e proprie piattaforme commerciali. I marketplace più utilizzati, luoghi dove trovare le varie piazze di scambio esistenti, sono Opensea e il già citato SuperRare, che in collaborazione con la casa d’aste ligure Cambi meno di un anno fa ha presentato la prima asta di cryptoart italiana, ideata da Bruno Pitzalis: Dystopian Visions.
Ma in quale direzione sta andando la NFT art?
Se chiare sono le potenzialità che questa arte può offrire al mondo della creatività nei vari ambiti della musica, del gaming, oltre che delle arti visive, rendendo uniche creazioni che, nel loro essere digitale, sarebbero per natura riproducibili, ed evidenti sono i vantaggi per gli artisti che vogliono vendere opere senza dover passare per case commerciali o gallerie, più nell’ombra appaiono i meccanismi che regolano gli investimenti che ruotano attorno a questo nuovo business.
Ma la nuova strada dell’arte contemporanea sembra essere intrapresa.
Finita la curiosità per le tecnologie che impiega, è tempo di riportare l’attenzione sul valore artistico di queste opere di NFT art. L’augurio è che l’esperienza del prossimo 21 aprile – quando Vanity Fair allestirà il suo nuovo padiglione virtuale nel Metaverso per esporre quelli che vengono definiti come i nomi di punta del panorama internazionale dell’arte digitale – lasci qualcosa di assolutamente tangibile.