Un allestimento audace giocato su illumina(n)ti rimandi tra antico e moderno; un percorso inedito che affianca opere di autori ed epoche diverse secondo criteri non più cronologici, bensì tematici.
Dopo undici anni di chiusura, lo scorso settembre il KMSKA (Koninklijk Museum voor Schone Kunsten Antwerpen – Museo Reale di Belle Arti di Anversa) ha riaperto le porte al pubblico con un’imponente riorganizzazione e riallestimento degli spazi interni, ampliati del 40%.
“L’attenzione del pubblico, come sappiamo, è limitata – spiega uno dei curatori. “Abbiamo privilegiato un percorso attrattivo che consenta di scoprire e cogliere i dettagli a nostro avviso più interessanti”.
Un itinerario, quello del nuovo Museo Reale belga, che invita a rileggere sette secoli di storia dell’arte ponendo l’accento sull’elemento della luce. Da un lato quella naturale, che domina le sale storiche dedicate ai maestri fiamminghi in una successione di fondali architettonici rosso pompeiano e verde salvia.
Dall’altra, quella bianchissima e riflettente delle pareti immacolate e dei pavimenti in poliuretano, facenti parte del nuovo ampliamento firmato KAAN Architects. Qui il visitatore è incoraggiato a prendere parte all’allestimento, per esempio suonando un pianoforte posizionato al centro della stanza o interagendo con gli strumenti angelici dipinti da Hans Memling che fuoriescono dall’opera.
Non poteva mancare, all’interno del neo-progetto espositivo, l’aspetto multimediale: l’atelier di Rubens prende forma grazie alla realtà aumentata e schermi touch screen aiutano il pubblico a esplorare i quadri attraverso approfondimenti insoliti adatti a tutte le età.
“I musei non rappresentano solo la memoria delle generazioni che ci hanno preceduto – commenta Jan Jambon, ministro presidente delle Fiandre – ma anche dei luoghi che anticipano i cambiamenti sociali”.
Per questo il KMSKA si configura oggi come il “museo del futuro”, offrendo un’esperienza di visita inclusiva a 360 gradi volta a coinvolgere, anche e soprattutto, quei visitatori sforniti di una preliminare conoscenza dell’arte – ma anche gli ospiti con un background non cristiano.