Il periodo pandemico e post-pandemico ha posto le istituzioni culturali di fronte a interrogativi urgenti ai quali dover rispondere; primo fra tutti, come creare luoghi partecipativi nei quali è favorita l’interazione tra pubblico e opere, rendendo l’esperienza di conoscenza più soddisfacente e divertente.
Public engagement e audience development sono, ormai, due aspetti che i musei non possono più tralasciare; in questo, l’uso del digitale aiuta a conoscere meglio i visitatori, mettendosi in relazione con loro e costruendo nuovi modi di apprendimento e coinvolgimento.
E’ proprio ciò che ha fatto il Kunsthistorisches Museum di Vienna in occasione della mostra “Idoli e rivali”, partendo dal percorso curatoriale – ossia il confronto tra opere d’arte dell’antichità, del Rinascimento e del Barocco. Sono 120 i capolavori messi a confronto per i quali il pubblico dovrà esprimere il proprio voto, un po’ come accadeva nell’Ottocento durante le competizioni nelle accademie parigine.
Imitare, emulare e poi, nella più rosea delle ipotesi, superare; questi i tre momenti fondamentali della vita di ogni artista. Un agone competitivo, una concorrenza leale che per noi oggi è quasi banale da sottolineare, ma che è stato il metodo principale di apprendimento nelle botteghe dei pittori a partire dall’era moderna. La competizione tra artisti contemporanei e nei confronti di modelli di riferimento antecedenti, affonda le proprie radici nell’ imitatio – aemulatio della tradizione classica. Lo scrittore latino Plinio nella sua Naturalis Historia racconta della disputa tra Fidia, Policleto e Cresilla, chiamati tutti e tre a scolpire statue di Amazzoni per il Tempio di Artemide a Efeso; splendide copie romane di questi capolavori sono messe a confronto in questa mostra, così come sono accostati il “Ritratto di ragazza in pelliccia” di Tiziano e “La piccola pelliccia” di Rubens; il pittore fiammingo, infatti, ammirava a tal punto il maestro veneziano da iniziare la sua carriera copiandone i motivi artistici, fino a giungere a versioni del tutto personali. Il visitatore svolge un ruolo chiave: è il giudice di questa sfida tra titani, chiamato ad esprimere la propria opinione sia nel percorso di mostra che sulla pagina web appositamente creata.
Creare una nuova modalità di coinvolgimento all’interno della propria dimensione narrativa e didascalica; completarsi grazie all’apporto del proprio pubblico; generare nuovi contenuti che si affianchino a quelli più tradizionali: queste le sfide alle quali le istituzioni culturali di tutto il mondo sono chiamate a rispondere; il Kunsthistorisches Museum ha trovato la sua chiave di lettura.